La Stirpe di Raghu - Kalidasa - Books - Independently Published - 9798634415307 - April 6, 2020
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La Stirpe di Raghu

Kalidasa

La Stirpe di Raghu

Se il Buddhacarita può chiamarsi il poema del Buddhismo, il Raghuvamça ben merita l'appellativo di poema del Brahmanesimo. Le due opere d'arte si fanno riscontro e rappresentano le due più grandiose fasi del pensiero indiano antico. Sublime e edificante la rinuncia da una parte appunto perchè dall'altra s'inneggia alla vita e alle sue delizie. L'eroe di Açvaghosha è Buddha che abbandona il fasto della reggia per diventar monaco mendicante ed evangelizzare il mondo; l'eroe di Kâlidâsa è il principe Raghu, che col suo esercito irresistibile spinge la conquista fino agli estremi limiti del mondo e lotta perfino con gli dei, riuscendo a sostenere onorevolmente un duello con Indra e ad estorcere per mezzo di minacce, ricchezze a Kubera. Ma vediamo un po' più da vicino che cosa è questo Brahmanesimo quale ci viene rappresentato e magnificato dal più illustre dei suoi vati. L'uomo passa per tre stadi: gioventù, virilità, vecchiaia. Propria della gioventù è la ricerca dei piaceri (kâma), mentre l'uomo adulto deve mirare alla ricchezza ed alla gloria (artha) per poi intendere da vecchio alle pratiche pie (dharma) e alla rinunzia atta ad affrancarlo dai ceppi dell'esistenza (moksha) e permettergli di ricongiungersi con Brahma, divina essenza di tutte le cose. Ogni età ha dunque i suoi doveri, e lo scambiarli è errore funesto, è follia. Goda dunque il giovane come meglio sa e può, e aspetti ad essere vecchio per diventare santo. Vero è che un contemperamento fra piacere, utilità e virtù si dee sempre cercare, ed è stolto chi per l'utile distrugge il piacere o viceversa per il piacere si tira addosso danni d'ogni genere, o infine sacrifica la virtù al piacere e all'utile, o il piacere e l'utile alla virtù. Tale contemperamento si ottiene appunto facendo debitamente prevalere in ogni singola età il fine che è proprio di essa senza perdere d'occhio quelli degli altri periodi della vita. Che tale sia l'opinione del nostro poeta si desume da molti passi, di cui i principali mi sembrano essere i seguenti: i Raghuidi sono da magnificare perchè in gioventù cercano di godersi tutti i piaceri dei sensi (vishayaishinah), nella vecchiaia si comportano come asceti e morendo si trovano per le pratiche dello yoga puri e disposti a ricongiungersi con Brahma (canto I, çloka 8); è tanto da lodare Raghu che nell'estrema età domina i sensi e si esercita nella contemplazione, quanto Aja che da giovane mira ad essere prospero e felice (canto VIII, 15-24); i quattro figli di Daçaratha amandosi sempre fraternamente adombrano la virtù, l'utile, il piacere e la rinunzia che a vicenda si sostengono e s'alleano (X, 84); Daçaratha prima di rendere l'ultimo respiro può vantarsi d'aver dato fondo a ogni brama di piaceri (XII, 1); l'intero canto XVIII decanta tutti i successori di Raghu, a cominciare da Athithi a finire a Sudarçana, perchè seppero godersi la vita da giovani e essere santi da vecchi, anzi il poeta vede nei doveri della regalità un impedimento a godere, e non sa rimproverare al principe Pâriyâtra di rassegnare nelle mani del figlio il potere per fare da vecchio quello che non aveva potuto fare da giovane (XVIII, 18, 19). Quanto lontani siamo dal Buddhismo, quanto vicini a quello che vantiamo essere nostro particolare modo di concepire la vita. Il Brahmanesimo si presta egregiamente a stabilire uno stato sopra basi solide, non si sogna di sacrificare il mondo di qua a quello di là, le esigenze sociali alla disinteressata ed audace indagine del pensiero speculativo; e assegnando ad ogni età il proprio fine, a ogni uomo il proprio compito, spicca per una cotal eccellenza d'ordine e d'equilibrato senso pratico.

Media Books     Paperback Book   (Book with soft cover and glued back)
Released April 6, 2020
ISBN13 9798634415307
Publishers Independently Published
Pages 200
Dimensions 152 × 229 × 12 mm   ·   299 g
Language Italian  

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