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Dipendenza da cibo. Comprendere le origini dei disturbi alimentari a partire dalla biologia dell'appetito
Matteo Pacini
Dipendenza da cibo. Comprendere le origini dei disturbi alimentari a partire dalla biologia dell'appetito
Matteo Pacini
Del cibo abbiamo bisogno, e sicuramente in tal senso ne dipendiamo. Tuttavia, non è questo che rovina il rapporto con esso, ma piuttosto un infelice incontro tra l'appetito e il significato estetico e di successo legato al peso e alla forma fisica. In tutto il mondo milioni di persone sottopongono l'appetito ad un maltrattamento continuo, e pretendono che si calmi e se ne ritorni da dove è venuto. Parallelamente, il peso medio nei paesi ricchi aumenta anziché diminuire, e l'appetito diventa sempre più arrabbiato e sempre più associato ad un umore agitato e insoddisfatto. Mangiare male, ancora prima che un problema di scelta degli alimenti e dei ritmi, sta nel non conoscere quali sono le funzioni che regolano il comportamento alimentare. È necessario sapere che c'è la fame e c'è l'appetito, e che non sono la stessa cosa. La dieta dialoga con la fame, ma è l'appetito che risponde, e i conti non torneranno mai in questo modo. Non tornano sulla bilancia, così come nella capacità di imparare a controllarsi. Mangiar male significa diventare dipendenti da un piacere che tutto dovrebbe fare fuorché togliere felicità. Questo libro è un tentativo di riunire una serie di semplici conoscenze sui meccanismi della fame e dell'appetito e su come possono impazzire nei disturbi del comportamento alimentare, fino a trasformare un elemento scontato e piacevole, in una schiavitù angosciante. Non ci aiutano i nostri geni, che sono soltanto capaci di farci mangiare di più, e di farci immagazzinare di più quel che mangiamo, e neanche il nostro istinto, che cresce sia quando è stimolato, che quando è bacchettato. Men che meno ci aiuta una cultura che ci chiede ciò che è biologicamente impossibile, cioè di tenere a freno gli istinti, inondandoci poi di tentazioni e di abbondanza. La maggior parte delle soluzioni risolvono ciò che possono risolvere, che è solo la punta dell'iceberg di un problema cerebrale, prima che dello stomaco. ? ? ? Se ti rispecchi in una o più delle seguenti situazioni, potresti avere un rapporto alterato col cibo: ?Mangiare più velocemente del normale, con il risultato di gustare di meno il cibo; ? Mangiare anche quando ci si sente pieni; ? Mangiare senza avere più la capacità di distinguere tra fame e sazietà (mangiare senza fame); ? Compiacersi nell'immaginarsi mentre si consuma cibo e pensare, mentre si compiono altre attività, a quando si andrà "finalmente" a mangiare; ? Accorgersi che le proprie spese per il cibo, e anche il tempo dedicato al mangiare, stanno aumentando in maniera imbarazzante; ? Mangiare in maniera solitaria, con la tendenza a mangiare di meno quando si è con gli altri; ? Si desidera il cibo in maniera continua e intensa, ma di fatto la gratificazione durante il pasto non è soddisfacente; ? In alcuni momenti si può stabilire un cortocircuito mentale con l'idea che l'unico modo di sfuggire a questa "ossessione" per il cibo sia quello di mangiare abbastanza e in piena libertà. ? ? ? Dott. Matteo Pacini, Medico Chirurgo. Specialista in Psichiatria. Il Dr. Pacini svolge dal 1998 attività clinica e di ricerca nell'ambito della tossicodipendenza, con particolare riguardo alla dipendenza da alcol, eroina e cocaina, e alla doppia diagnosi psichiatrica.È autore di numerose pubblicazioni di ricerca e revisione della letteratura sul tema dell'uso di sostanze, delle dipendenze e dei disturbi psichiatrici associati.
Media | Books Paperback Book (Book with soft cover and glued back) |
Released | August 19, 2019 |
ISBN13 | 9788895437682 |
Publishers | Caravaggio Editore |
Pages | 150 |
Dimensions | 152 × 229 × 9 mm · 226 g |
Language | Italian |
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